Indagine conoscitiva sulla valutazione degli effetti dell'esposizione ai campi elettrici, magnetici

Camera dei Deputati
VIII Commissione - Resoconto di martedì 27 maggio 2003



INDAGINE CONOSCITIVA
Martedì 27 maggio 2003. - Presidenza del presidente Pietro ARMANI.
La seduta comincia alle 13.05.
Indagine conoscitiva sulla valutazione degli effetti dell'esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
(Deliberazione).
Pietro ARMANI (AN), presidente, sulla base di quanto convenuto nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, di mercoledì 7 maggio 2003 ed essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 144 del regolamento, propone lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sulla valutazione degli effetti dell'esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, con il seguente programma e le seguenti modalità di svolgimento:

PROGRAMMA DI UN'INDAGINE CONOSCITIVA SULLA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELL'ESPOSIZIONE AI CAMPI ELETTRICI, MAGNETICI ED ELETTROMAGNETICI
La legge 22 febbraio 2001, n. 36 è il risultato di un lungo lavoro parlamentare, iniziato nella primavera del 1998, quando la VIII Commissione della Camera dei deputati avviò l'esame in sede referente di diverse proposte di legge, abbinandole ad un disegno di iniziativa governativa. L'approvazione definitiva della legge ha consentito di dotare l'ordinamento di una «legge quadro» nel settore, che interviene sostanzialmente sui seguenti aspetti: lo spettro dei valori delle frequenze, da 0 Hz a 300 GHz, ossia quelle «basse» (elettrodotti) e quelle «alte» (telefonia e onde radio); gli effetti, sia acuti che a lungo termine, dell'esposizione ai campi elettrici e magnetici; i rischi per la popolazione e per i lavoratori.
La legge prevede, inoltre, l'introduzione di vincoli agli strumenti urbanistici, attraverso l'individuazione di zone di interdizione e di zone di rispetto, e la definizione di piani di risanamento per gli impianti esistenti che dovessero risultare fuori norma.
Il provvedimento, frutto di approfondite analisi in sede parlamentare e governativa circa gli effetti dell'esposizione ai campi elettromagnetici, è strutturato in modo tale che la sua attuazione sia assicurata da successivi atti normativi di natura secondaria, con cui si definiscono valori, limiti ed obiettivi nella materia. In particolare la legge prevede, all'articolo 4, comma 2, che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'ambiente, di concerto con il ministro della sanità, sentiti l'apposito comitato interministeriale e le competenti Commissioni parlamentari, previa intesa in sede di Conferenza unificata, siano dettati i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dai rischi derivanti dall'inquinamento elettromagnetico. È altresì disposta una procedura «di salvaguardia», in caso di mancata intesa in sede di Conferenza unificata.
Nonostante l'approvazione della legge all'inizio del 2001, non si è tuttavia riusciti, prima della conclusione della XIII legislatura, a giungere alla emanazione dei provvedimenti attuativi della legge. A tal fine, il Governo ha elaborato - nella presente legislatura - due schemi di provvedimenti, uno relativo ai campi elettrici e magnetici generati a frequenze comprese tra 100 khz e 300 Ghz, l'altro relativo alla frequenza di rete (50 Hz) generata dagli elettrodotti, sui quali peraltro non è stata raggiunta l'intesa in sede di Conferenza unificata. Gli schemi di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri sono stati quindi deliberati da parte del Consiglio dei ministri, applicando la citata disposizione «di salvaguardia» di cui alla legge n. 36 del 2001.
Tali schemi hanno ottenuto il parere favorevole (con osservazioni) della VIII Commissione della Camera, in cui tuttavia si è sviluppato un dibattito incentrato sostanzialmente sulla differente valutazione, da parte delle varie forze politiche, dei limiti da fissare per i campi elettromagnetici, con particolare riferimento ai rischi derivanti dall'esposizione prolungata a tali campi.
In questo contesto, è stata particolarmente controversa la valutazione circa l'impostazione seguita dal Governo nel fissare i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità. Per la maggioranza della Commissione, tale impostazione è apparsa coerente con i principi di prevenzione e precauzione che devono caratterizzare la legislazione ambientale; in particolare il livello soddisfacente di cautela sarebbe dimostrato dall'adozione di valori più bassi rispetto a quelli assunti dagli altri paesi europei. Tuttavia, su tale valutazione non vi è stata convergenza da parte di tutta la Commissione, in quanto sono emersi, durante l'esame parlamentare, anche elementi di preoccupazione in ordine ai rischi potenziali derivanti dalla fissazione di limiti che - secondo alcune delle tesi sostenute in sede scientifica - sarebbero ancora troppo alti.
Le incertezze interpretative risultano peraltro alimentate dalla circostanza che non esistono, ad oggi, dati scientifici unanimemente condivisi sui rischi da esposizione prolungata ai campi elettromagnetici, che possano considerarsi ufficialmente accertati dalla comunità scientifica internazionale.
A tali problematiche deve altresì aggiungersi la considerazione che, in relazione a questa materia, esiste un altro significativo aspetto da affrontare, che risiede nell'opportunità di una seria «analisi costi/benefici», dalla quale si possa concretamente valutare l'entità ed il peso delle misure adottate (o da adottare) in relazione agli effettivi rischi derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici. È a tutti noto che l'Unione europea ha più volte ribadito che l'applicazione concreta del principio di precauzione deve sempre essere fondata su una attenta valutazione del rapporto fra i costi e i benefici. I primi sono infatti accertabili, mentre i secondi - proprio per la non evidenza delle risultanze scientifiche - sono solo presunti. Occorre quindi un attento bilanciamento di questi elementi, a supporto delle decisioni politiche.
In questo senso, è opportuno anche raccogliere le valutazioni e i dati forniti
dagli operatori del settore più direttamente interessati alle descritte problematiche.
Occorre dunque che la VIII Commissione sia posta in grado di acquisire ulteriori specifiche conoscenze su tale tematica, oggetto di un forte e diffuso allarme sociale, sulla quale la stessa scienza ufficiale ha talvolta espresso, nelle sue diverse branche, opinioni discordanti, come evidenziato in particolare dai numerosi studi fisico-biologici ed epidemiologici prodotti.
Alla luce di tali considerazioni, appare pertanto opportuno che il Parlamento individui il quadro dei complessi problemi esistenti, mediante l'acquisizione di tutti i possibili elementi di informazione, anche al fine di valutare l'opportunità di eventuali ulteriori interventi in grado di attuare efficacemente gli obiettivi evidenziati.
In relazione a tale situazione, l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici) ha pertanto convenuto sull'opportunità di svolgere un'indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 144 del regolamento, per verificare le principali questioni esistenti, anche alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche, partendo dagli elementi acquisiti nel corso dell'iter di approvazione della legge n. 36 del 2001, con particolare riferimento al documento ISS-ISPESL del 1998.
L'indagine conoscitiva si articolerà nelle audizioni dei seguenti soggetti:
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio;
Ministro delle comunicazioni;
Ministro della salute;
nonché nelle audizioni di rappresentanti:
di centri di ricerca, associazioni ed istituti, anche universitari, nonché di organismi nazionali ed internazionali, specializzati in materia di valutazione degli effetti dell'esposizione ai campi elettromagnetici;
dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT);
dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS);
dell'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL);
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS);
di aziende operanti nel mercato italiano dell'energia elettrica;
di aziende operanti nel mercato italiano delle telecomunicazioni;
di associazioni ambientaliste;
del coordinamento nazionale per la tutela dai campi elettromagnetici (CONACEM).
Il termine per la conclusione dell'indagine è fissato per il 15 dicembre 2003.
La Commissione approva la proposta del presidente.
La seduta termina alle 13.10.